Exposé (III.14).Forse i due personaggi meno intriganti di Lost: Nikki e Paulo. Talmente insignificanti da essere sepolti vivi. Durano una puntata e, spero, non ritorneranno. Non so perché gli autori li abbiano infilati nella serie. Forse una crisi creativa o un test per verificare il loro appeal sull’audience. Non so, non riesco a comprendere questa scelta.
Dude, Nikki’s dead.
Forse le parole di Hugo riescono un po’ a nobilitarla, con quella sua meravigliosa espressione, riesce quasi a rendere interessante la vicenda. Sawyer però riporta l’ordine delle cose al suo stato primigenio:
Who the hell's Nikki?
Già, chi è Nikki? Il flash back ci racconta tutto: Nikki è la protagonista di Exposé, un’attrice a caccia di denaro, una donna senza scrupoli assetata di soldi che fa il paio con Paulo, il suo ritratto al maschile. Nulla di loro è appassionante, non c’è tragedia, ne patos, sino all’epilogo e sono vuoti, inutili e irritanti. Si “scannano” tra loro e vengono puniti magistralmente e frettolosamente dall’isola. Un errore della produzione? Un modo per rafforzare la convinzione che l’isola sceglie, decide, seleziona i suoi ospiti? Un modo per dire: “qui non si scherza”? Tutto possibile. Troveranno la loro nemesi in se stessi, grazie ad inutili diamanti che riecheggiano il senso del valore che Adam Smith aveva sottolineato: “qual è il valore d’uso o di scambio di un diamante nel deserto per un essere assetato d’acqua?” Ma loro inseguono quel valore: 8 milioni di dollari, una cifra che cambia la vita normalmente, ma non sull’isola, dove tutto scorre con ritmi arcaici e lontani dal costume generalmente condiviso.
Il consiglio di Locke, di non seppellire la matrioska in spiaggia suona come un monito morale. Le cose secondo John non rimangono sepolte a lungo sull’isola, esattamente come le colpe! Tutto emerge, affiora, si manifesta.
Ciò che è realmente curioso è che questi personaggi marginali durante la loro breve permanenza sull’isola hanno avuto accesso ad una quantità di informazioni incredibile, stabiliscono un primo contatto con Ethan, vedono l’aereo dei narcotrafficanti prima di John e Boone, scoprono la stazione Perla prima degli altri, Paulo ascolta un dialogo chiave tra Ben e Juliet, ma tutto ciò rimarrà congelato sulle loro labbra immobili. Congelate dalla morte apparente.
L’intervento di Vincent è eloquente, come al solito agisce, scopre i finti cadaveri, per sottolineare che forse c’è qualcosa da chiedersi sulla loro morte. Quel cane ha un potere strano e spero che, presto o tardi, ci daranno qualche lume in proposito. So bene che si tratta di un elemento accessorio ma il suo ruolo è forte e connotato.
Ed ecco Hugo, che li rivaluta ancora una volta, con la sua solita composta saggezza, pur rimarcando il loro errore:
Nikki and Paulo,
I guess we didn't really know you very well
and it appears you killed each other for diamonds.
But I know there are good parts to you too.
You were always nice to me
and you were a member of the camp
…and I really loved “Exposé”
Una piccola pioggia di diamanti dal valore indefinibile cade sui loro corpi esanimi…
Rest in peace Nikki and Paulo.
Forever.
Left Behind (III.15).Storia di Kate e Cassidy… che tenerezza quella rara solidarietà…
E che difficoltà per un sodalizio che invece non ha nulla di spontaneo; quello tra Kate e Juliet.
Welcome to the wonderful world
of not knowing what the hell's going on.
Intanto il piccolo trucco di Hurley fa breccia nell’animo tormentato di Sawyer.
E’ vero, anche Juliet è capace di sentire che la pioggia sta arrivando
It's gonna rain.
Don't you think
we should wait till morning?
Il fumo nero le scannerizza attentamente, chi può sapere il perché, dopotutto dovrebbe conoscere entrambe. O forse no, conosce Kate, ma non ha mai sondato Juliet, che ha vissuto sempre al di là della barriera sonica. D’altra parte è Kate a sapere dove nascondersi, non Juliet e i flash paiono proprio indirizzati a Juliet. Il “mostro” non può trattenersi dalla valutazione di ogni nuovo avventore, deve indagare, sapere, conoscere e decidere.
Intanto Hugo conduce Sawyer sul terreno della metafora del suo destino, facendolo scivolare lentamente nell’antro del bianconiglio: un mondo dove tutto è rovesciato. La coercizione funziona, Sawyer spende un po’ di energie per farsi amare anzi che procedere sul solito cammino irto di cinismo e disprezzo. In questo contesto Hurley assume il ruolo di guida spirituale, di saggio, che sa indicare il percorso per la felicità. Anche se tutto è mediato dalla menzogna, Hugo apre una porta su un orizzonte inaspettato e coopta Sawyer ad aderire al suo progetto. E Sawyer lo segue come un agnellino, preoccupato addirittura per il livello delle proprie performance sociali. L’effetto è magico e comico al tempo stesso.
In compenso l’incontro tra Kate e la madre non ha nulla di comico. Kate realizza chiaramente che non otterrà mai il perdono della madre e non riuscirà mai a compensare il vuoto affettivo che ha volontariamente creato per liberarla dalla presenza di Wayne. C’è qualcosa di atroce in tutto ciò, soprattutto la coscienza che non si tratta solo di una fantasia ma di una realtà non così rara. Colloco quest’incontro prima di quello che avverrà in ospedale. In quell’occasione la madre terrà fede alla sua promessa minacciosa:
But I swear to God, Katie,
if I ever see you again,
the first thing I will do
is yell for help.
Che musata! Il povero fumo nero prende una bella botta contro la parete sonica invisibile. E malgrado Juliet non l’abbia mai visto prima della notte precedente, istintivamente riesce a chiuderlo fuori dal perimetro della barriera: una delle tante piccole bugie che i personaggi di Lost amano raccontarsi tra loro:
All right.
We don't know what it is but we know
that it doesn't like our fence.
Sawyer si gode la sua buona azione e la candidatura alla leadership del campo accompagnato da un arpeggio di chitarra idilliaco e per la prima volta prova sorridere e non a ridere!
…Lost
One of Us (III.16).Sayid rispolvera la sua verve da inquisitore ma trova una barriera: Jack…
She’s under my protection.
Suona quasi come un avvertimento mafioso e non so quanto un personaggio come Sayid possa essere intimorito dalla minaccia di Jack. Anche se, da buon soldato, terrà fede alla gerarchia. Nel contesto posso dire che forse Juliet avrebbe potuto tentare di essere meno inquietante e un pizzico più diplomatica con Sayid.
La storia di Juliet è intrigante e consente di cominciare a capire qualcosa sulla comunità degli Altri e sulla loro strana natura. Tutto è avvolto da un mistero insondabile e anche oggi l’arcano che li contraddistingue risulta ancora quasi del tutto da scoprire. E vero però che, per la prima volta, possiamo sbirciare le loro dinamiche sociali. L’incontro di Ben con Juliet, sugli scogli, apre un orizzonte. Gli Altri possono influire sul corso della vita delle persone del mondo esterno, ma non possono controllare la genesi sull’isola. Possono ricattare Juliet, con la minaccia del tumore della sorella, ma non possono controllare un tumore che si sviluppa sull’isola. Paiono potenti nell’esercizio dei destini fuori dall’isola (l’autobus che investe l’odioso marito di Juliet) ma impotenti nel governo di alcuni eventi che accadono sull’isola. Sembrano angeli capaci di agire solo fuori dal loro contesto naturale. Possono agire su ciò che non li coinvolge direttamente, possono cambiare un corso vitale, ma sembrano soggetti ad una legge naturale che regola il divenire dell’isola. Sanno tutto, vedono tutto, ma non sono capaci di crescere e moltiplicarsi. Per farlo devono violare la loro consegna, tornare nel mondo e confondersi con gli esseri umani. Devono scendere di un livello, abbandonarsi all’umanità come angeli caduti. Un po’ come l’angelo de “Il cielo sopra Berlino” (Wim Wnders, 1987) che per cominciare a vedere i colori e sentire il calore di una tazza di caffè o provare un sentimento deve rinunciare alla sua prerogativa di angelo e cadere tuffandosi nella materica sostanza dell’esistenza. Insomma, la vita sull’isola non può sbocciare perché l’isola non è il luogo dell’umano, non è terrena, non ha un contatto con la terreità degli esseri umani. Si, credo di capire perché non può nascere un infante sull’isola, perché gli angeli non nascono, pre-esistono (almeno così io credo di credere!).
La frase di Ben, che è un ricatto a tutti gli effetti, è eloquente, quando Ben invita Juliet a restare le dice:
Because if you do,
I will cure your sister's cancer.
…
Jacob said he would
take care of it himself.
…
Every woman on this island needs you.
If you choose to stay I promise you
we will save Rachel's life.
E qui riscontro una debolezza intelligente del copione: Jacob può fare cose simili ma al contempo nessuno saprà chi sia Jacob fino alla fine della V serie. Intelligente perché ogni “porta” è aperta sulla narrazione. Debole perché di Jacob si sente parlare solo sporadicamente ed è difficile creare i collegamenti attraverso gli anni se non si procede in modo un po’ “ossessivo” come stiamo facendo noi con questa Maratona e peraltro già coscienti degli avvenimenti della V stagione. Se non erro, questa è la terza volta che Jacob viene citato nella serie (la prima a riguardo della lista – “Shephard wasn't even on Jacob's list”; la seconda, durante la fuga di “Not in Portland” – “God loves you as he loved Jacob”. La citazione di quel nome da parte di Ben, però, rimane li, sulle sue labbra, con lo spettatore che si chiede ancora: “Who the hell's Jacob?”
Ed ecco Jack che entra in scena dal solito cespuglio. Quanto mi piace questo schema. Mai una volta che arrivino dall’altra parte della spiaggia. La sorpresa di Sawyer è notevole. A me è parso che James si commuova a vedere Kate…
Il primo abbraccio amicale, arriva dopo quella timida confessione nella stazione Cigno. Un’amicizia pare sbocciare al di là di ogni aspettativa di “carriera”…
A volte mi è capitato di definire Lost come un grande film sull’amicizia, si …quell’amicizia che nasce e si consolida nelle condizioni di difficoltà condivise, in extremis, quando tutto è in gioco e le persone divengono autentiche, “sincere”, vitali.
E …anche questo è un bell’abbraccio liberatorio, senza parole ma chiaro, esplicito, sincero. Sawyer si sta legando, ha cominciato il suo cammino di maturazione e tutto, …proprio tutto sembra andare al suo posto quando… compare lei. Il gelo scende, la musica precipita.
Ovviamente è Hugo a “rompere il ghiaccio”, con il suo “tatto” unico e la sua innata capacità di sondare profondamente le relazioni e le persone coinvolte. Le parla di Ethan della sua morte e della sua sepoltura. Il ciclo vita-morte si chiude. Lui non sa, ma sta parlando della morte di Ethan con la sua levatrice: l’unica creatura che Juliet è riuscita a far nascere sull’isola e non nel contesto della comunità degli Altri.
La comunità si interroga sull’integrazione di Juliet e i contrasti si fanno innanzi. Le relazioni con la comunità estranea si rinvigoriscono, l’odio per l’”Altro” si fa largo e presto le incomprensioni emergono con energia. Il racconto di Juliet, che almeno fa un po’ di chiarezza sugli eventi passati, non l’aiuta a guadagnare consensi, ma consente un’azione rapida per salvaguardare la salute di Claire.
Le argomentazioni che Juliet usa per convincere Sayid e Sawyer sono talmente potenti che può permettersi di sfilare la valigetta con i medicamenti dalle mani di James senza che vi sia reazione alcuna. Il potere dell’informazione e della giusta comunicazione fa di questo frame un esempio magistrale di gestione di una situazione di crisi. Poche parole possono fermare due uomini determinati, diffidenti e piuttosto temibili; Juliet ha introiettato magistralmente la potente “lezione” di Ben.
Juliet.
If this doesn't work,
if something happens to her…
…I'm not gonna be able to protect you anymore,
You'll be on your own.
I'm already on my own, Jack.
Che lezione, che strategia!
Are you all right?
I'm fine.
See you in a week.
…anche se… Juliet stringe un nodo e, parlando in chiave metaforica, non si lega a Ben…
…Lost
Catch-22. (III.17).Le tribolazioni di Desmond, da fidanzato a monaco, …a militare, fino alla navigazione in solitaria, con una sola costante: Penny ed una imbarazzante attitudine allo shining.
Povero Des, lui viaggia con la mente avanti nel tempo e Charlie “paga il conto” delle scoperte di Des. E se tutto avviene secondo la pre-cognizione gli eventi si succedono in una certa scala, ma se Des interviene, il corso degli eventi si ridisegna, si assesta sulla nuova linea temporale di eventi. Tutto cambia, come in “Sliding Doors” o come ne “Il caso” di Krzysztof Kie?lowski. Ogni singolo evento corregge la dinamica dell’universo intero, anche cogliere un fiore (melusina, puoi ripubblicare lo stralcio di quella firma che usavi un po’ di tempo addietro? Quella che precedeva le parole di Goethe. Si trattava di Saint-Exupéry?). Chi vuole intendere intenda. E se volete intendere seguite questo link che vi spiega le relazioni tra i due film:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sliding_Doors e poi godeteveli (si possono vedere facilmente) ne vale la pena!
Devo ammettere però, che in questo caso, l’interpretazione della precognizione da parte di Des è più frutto di una proiezione della sua volontà di quanto non sia un effettivo ricalcolo degli eventi da parte dell’universo. Desidera a tal punto rivedere Penny da illudersi che sia lei ad essersi paracadutata. Sa che si tratta di una donna, trova una conferma quando apre lo zainetto, ma si tratta di semplici indizi, di una pura supposizione e non di una reale previsione. In ogni caso l’universo computazionale è capace anche di una certa dose di suspence ed ironia ("Ardil-22", in portoghese: "Catch-22" è il titolo del libro che Des trova nello zainetto di Naomi*) non sapremo mai cosa sarebbe accaduto se Charlie fosse morto.
… very nice to meet you, Penny.
…
Naomi: …Desmond.
Paradosso del Comma 22
Il paradosso del Comma 22 è un paradosso contenuto nel libro Catch 22 (letteralmente "Tranello 22" ma normalmente tradotto come "Comma 22") di Joseph Heller.
Il paradosso riguarda un'apparente possibilità di scelta in una regola o in una procedura, dove in realtà, per motivi logici nascosti o poco evidenti, non è possibile alcuna scelta ma vi è solo un'unica possibilità.
Il libro, edito nel 1961, rappresentò una feroce critica alla struttura militare e alla guerra, narrando le avventure di un gruppo di aviatori statunitensi dediti ai bombardamenti in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Riportava i regolamenti cui i piloti erano soggetti, e fra questi due articoli contraddittori:
Articolo 12, Comma 1
«L'unico motivo valido per chiedere il congedo dal fronte è la pazzia.»
Articolo 12, Comma 22
«Chiunque chieda il congedo dal fronte non è pazzo.»
In realtà la norma sopra riportata non è mai esistita e, se lo fosse, sarebbe stata all'evidenza autocontraddittoria.
È una versione del paradosso di Jourdain (a sua volta derivato dall'antico paradosso di Epimenide) con le seguenti due frasi:
«La frase seguente è falsa.
La frase precedente è vera.»
Fonte: Wikipedia.
Deep…