Enter 77 (III.11).My name is Mikhail Bakunin
and I am the last living member
of the Dharma Initiative.
Povero Sayid, ferito, travolto dai ricordi e con l’inquietante presenza di una gatta che gli ricorda il micio di Amira e, per di più, si chiama Nadia.
Intanto al campo sta per iniziare una grande sfida a ping pong: Sawyer contro Hurley. Un momento di svago per lo spettatore, ma… la posta è alta!
Sure, we can have a Mercy Rule.
In Lost anche i computer “cooperano” con gli Altri, l’avevamo già visto con Michael. L’ingenuità di Locke e la sua puerilità nel cedere alla seduzione del gioco di scacchi non gli fa onore. Abbandona la posizione di guardia per rispondere all’invito della macchina. Proprio lui, che aveva appena proclamato la superiorità dell’uomo sulla macchina si fa sedurre e incastrare. Misteri della mente di John. Che – concordo con Lampard – è un po’ sottotono in questi episodi.
…77
Paravion (III.12).L’occhio di Claire si apre due volte: nel sogno, dopo l’incidente che manderà la madre in coma e sull’isola davanti ad un plateau di frutta esotica.
La precognizione di Desmond rovina il romantico pic-nic e sprofonda Charlie nel terrore. La morte aleggia nuovamente su di lui. Devo dire che chiunque sarebbe sconcertato da un tale livello di coscienza. Avere davanti qualcuno che cerca di modificare il tuo comportamento perché sa che se seguirai la tua volontà morirai deve essere terrificante. Tutto sommato Charlie affronta questo insondabile mistero con grande equilibrio. Ha già avuto la possibilità di verificare che le intuizioni di Desmond non sono azzardate. Ha già avuto “fortuna” per ben due volte.
Nel frattempo nella jungla Mikhail si “sbottona” un po’, dando qualche indicazione sull’elezione degli Altri che sarebbero sulla lista di un uomo splendido (che non è Ben!) e insiste sul fatto che loro non sono sulla lista perché non hanno i requisiti necessari per essere li. Sono pieni di difetti, adirati, deboli e spaventati.
The man who brought me here.
Who brought all of my people here.
He is a magnificent man.
…
You are not on the list because you are flawed.
Because you are angry and weak
and frightened.
Questo è il primo riferimento al progetto di “ricerca” di Jacob, quel progetto che verrà rivelato frettolosamente nella V durante l’incontro tra Jacob e la sua Nemesi, sulla spiaggia. Il “numero da circo” che segue è sconcertante, Mikhail li chiama uno per uno per nome e cognome e si sofferma particolarmente su John dando l’impressione di conoscerlo e di essere deluso per come è, perché da lui si aspettava qualcosa di più, qualcosa che però non riesce a completare.
…but I must be confused because…
the John Locke I know was para…
para… cosa? Paranormal? Paralyzed? Un effetto della retroazione dei salti nel tempo? L’effetto delle viste di Richard nei momenti topici dell’infanzia di John? Il segreto di una conoscenza ancestrale del tutto?
L’uccello che Claire, Jin e Sun vogliono intrappolare è un gabbiano.
A me non risulta che i gabbiani siano uccelli migratori e, credo, che mai nessun ornitologo si sia mai preso la briga di mettere una targhetta di riconoscimento ad un gabbiano.
Così ho indagato un po’… e sono “atterrato” su questa notizia riportata da Lostpedia Italia:
“I gabbiani appaiono durante quella che sembra una migrazione. … Ipotizzando che lo stormo di uccelli sia composto dalla stessa specie dell'esemplare catturato da Desmond e Claire, sarebbero dei Gabbiani Argentati (Larus novaehollandiae), gabbiani che vivono in Australia, Nuova Zelanda e Nuova Caledonia. Essi non migrano fuori dal loro territorio e non si avventurano in mare aperto.
Questo potrebbe significare tre cose; lo staff di Lost non sapeva delle abitudini dei Gabbiani Argentati (stranamente, visto che hanno scelto una specie australiana mentre stavano girando alle Hawaii); i gabbiani NON sono stati marchiati da ornitologi ma da membri del progetto Dharma o da chiunque abbia popolato l'isola (come l'orso polare); oppure i sopravvissuti sono più vicini all'Australia/NuovaZelanda/Nuova Caledonia di quanto possano immaginare.”
I'm your father, Claire.
Scoprire che Claire era la sorellastra di Jack fu un vero shock! Era vero, nulla era casuale, tutto era interrelato, tutto accadeva per una ragione, ogni cosa, persona, evento aveva un suo ruolo era una tessera di un grande mosaico. Un mandala composto con perizia, con sabbia fine e colorata. E quanto mi sarebbe piaciuto librarmi in volo per vederne la meravigliosa completezza. Quanto avrei amato cogliere il senso di questo meraviglioso groviglio di eventi. Ancora oggi attendo, come tutti, quel sottile piacere che, forse, ci consentirà di trovare un senso a questa spettacolare esperienza. Forse un giorno avremo la fortuna di un helicopter view su questa stupenda narrazione, la sorvoleremo come l’elicottero trionfante della IV stagione che lascia l’isola con a bordo i nostri eroi fiduciosi in un futuro lontano dall’isola. Forse, però, anche a noi capiterà di dover rientrare, dover ritornare sui nostri passi. Forse “we have to go back” è la vera essenza di Lost. Quanto Melusina continua a raccontarci dai suoi splendidi post: il ciclo, il ritorno dell’uguale, l’eterno ritorno Nietzschiano. E allora rimarremo tutti meravigliosamente intrappolati in questo sogno, ritornando, cambiando, rinascendo ogni volta e rivedendo in un ciclo senza fine una storia che non ha soluzione di continuità.
E così, tanto per avere una prova, quando Claire, piuttosto incinta, va a visitare sua madre e accende la televisione che cosa appare? Un uccello migratore in volo. Il cerchio è chiuso, la narrazione può lanciarsi nell’orbita di un altro anello concentrico, ruotare e salire lungo la spirale incantata dell’evoluzione narrativa e approdare a nuovi vitali orizzonti.
intanto…
…Lost
The Man from Tallahssee (III.13).Vedere Jack che gioca a rugby con gli Altri fa veramente uno strano effetto. Soprattutto Kate che si è fatta promotrice della missione di salvataggio è sconvolta – è comprensibile. John, in questo episodio, si riprende, insomma appare meno imbambolato che nei due precedenti. La stretta di mano tra Ben e Jack lascia tutti attoniti.
Le disgraziate sofferenze di John arrivano al culmine in un crescendo di umiliazioni: l’indennità negata, la cena solitaria sullo sgabello, l’incontro con Peter Talbot, la sua morte, l’incontro fatale con il mortale Anthony, la para…lisi e la terribile carrozzella, il suo incubo peggiore: l’immobilità o la mobilità ridotta.
Il progetto di Locke, sull’isola, è chiaro; annientare ogni possibilità di contatto con il mondo esterno: prima la stazione di Mikhail, poi il sottomarino. Non importa se Ben lo manipola, un John rinnovato e con le idee chiare arriverà all’obiettivo con grande abilità. John agisce per se o per un bene superiore? Quell’incipit presente nelle parole di Mikhail voleva dire che non rivedeva “questo John Locke”?
Ben, sotto tiro, invita Richard a recuperare l’uomo di Tallahassee. Ed ecco che la storia si ingarbuglia di nuovo. Quell’uomo che ha condizionato la vita Sawyer e rovinato quella del figlio sta lentamente andando incontro alla sua nemesi: Sawyer (John non riuscirà a farlo). Quell’uomo è identificato con la cittadina dove Kate vuole fuggire, quando acquista un biglietto in stazione e viene arrestata dal marshal (Edward Mars). Tallahassee è una cittadina squallida, il bigliettaio sconsiglia Kate ad andarci – “what's a pretty girl like you gonna do down in Tallahassee”, si direbbe una cittadina ideale per connotare Anthony. Ma la cosa più sconcertante è che quell’uomo è già nelle mani degli Altri, pronto per essere usato nel gioco di incastri che seguiranno. La cittadina di Tallahassee è sorta su un vecchio insediamento indiano, un aspetto topico del senso di colpa Statunitense. Pensate ai film horror e a quanti fanno riferimento a costruzioni edificate su insediamenti – meglio se cimiteri – indiani.
Il dialogo tra John e Ben, per quanto squilibrato sotto il profilo intellettuale, è affascinante. Ben vuole scoprire come lui recuperò l’uso delle gambe e John insinua il dubbio che il recupero di Ben sia lento rispetto alla media dei suoi recuperi. Effettivamente è strano, Ben si è ammalato di un tumore sull’isola che li guarisce e sta facendo una normale convalescenza in un luogo in cui, per alcuni, il recupero di una ferita grave è quasi immediato. E’ possibile che Jacob stia lentamente “abbandonando” Ben o che l’isola cominci a voltare le spalle al suo fido scudiero? La parte del dialogo che fa riferimento alla magic box e l’accenno al fatto che John sia un esperto di scatole, m’è parsa come la più grossolana delle strategie di Ben, un po’ puerile anche per il rozzo regional manager. Anche se, paradossalmente, e malgrado l’intelligente risposta di John, la magic box aprirà una breccia nell’immaginario di Locke e più volte sarà oggetto di conferme e smentite su che cosa sia realmente questo vaso di Pandora. Dal dialogo emerge un’affermazione degna di nota: l’isola è ora realmente isolata, introvabile e anche se il sottomarino partisse non ritroverebbe più la strada per il ritorno (forse perché l’isola si muove? Ciò spiegherebbe anche i gabbiani argentati, di origine Australiana e Neo Zelandese?). Le comunicazioni con il mondo esterno sono drammaticamente non ripristinabili. L’isola è una monade che si sposta nello spazio terrestre .
In ultima analisi la strategia di John è cooperante con quella di Ben e viceversa, ambedue seguono lo stesso indirizzo: allontanare l’isola dal mondo esterno per sempre.
…and then you came striding
out of the jungle, John.
To make my dream come true.
Anche se il premio per la cooperazione alla strategia di Ben sarà la materializzazione del peggior incubo di John, che emergerà silente dalla crudele magic box!
Deep...