Ciao a tutti! Completo questo topic su “I Giochi in LOST”, parlandovi del Backgammon, altro gioco fondamentale in LOST, forse ancor più degli scacchi, perché lo incontriamo da subito, già nel Pilota/seconda parte in cui Locke dice a Walt che “il backgammon è un gioco vecchio come il mondo”.
Poi vediamo ancora Locke che spiega le regole del backgammon a Walt in “Tabula rasa”; Walt che sfida Hurley e lo vince in “Inseguimento”; Kate che sposta una pedina bianca in “Abbandonate” e infine di nuovo il gioco riproposto in due puntate della quarta.
Riporto allora ciò che ho trovato in rete sul gioco:
“Il backgammon è un gioco per due giocatori. Ciascun giocatore possiede 15 pedine, bianche e nere, che muove lungo 24 triangoli secondo il lancio di 2 dadi. I quadrati del gioco sono 4 e vengono chiamati “campo esterno” e “campo interno”.
Lo scopo del gioco è riuscire per primi a rimuovere tutte le proprie pedine dalla tavola, lasciandola vuota, cercando nel contempo di bloccare l'avversario nel fare lo stesso, evitando le sue azioni di disturbo.
L'origine del backgammon viene comunemente fatta risalire a circa 5000 anni fa per la scoperta di un suo presunto lontano predecessore trovato nella tomba di un re sumero durante gli scavi nell'antica città mesopotamica di Ur, nell'attuale Iraq. Una successiva scoperta, però, sembra poter anticipare la data di nascita di circa 100-200 anni e trasferire il luogo di nascita nell'attuale Iran a causa del ritrovamento di una tavola durante gli scavi archeologici della città di Shahr-e Sukhte nella provincia sud-orientale del Sistan-Baluchistan.
Sono state trovate anche delle tavole risalenti al 1500 a.C. nella tomba di Tutankamon, così come degli affreschi raffiguranti delle tavole simili a quella attuale.
Anche i Romani adoravano giocare ad un gioco chiamato Duodecim scripta, i cui principi fondamentali corrispondono a quelli del backgammon moderno. Con il tempo, i Duodecim scripta divennero la Tabula, che somiglia ancora di più al nostro gioco attuale, e che si diffuse in tutta l'Europa con il nome di “Tavola”.
L'ipotesi più accreditata è quella che fa risalire il nome backgammon al sassone baec ("dietro", "ritorno") e gamen (game = gioco). Le più antiche versioni prevedevano di iniziare con le pedine ancora fuori della tavola, per cui il gioco consisteva all’inizio nell'introdurre le pedine all'interno della tavola per farle tornare indietro alla casa e poi nuovamente fuori della tavola. Inoltre le pedine mangiate erano costrette a tornare indietro e rifare tutto il percorso.
Dal punto di vista simbolico, gli storici hanno spiegato come, nel backgammon, sia stato rappresentato il ciclo annuale e giornaliero della vita umana: le 24 punte rappresentano le 12 ore del giorno e le 12 della notte ma anche i 12 mesi dell'anno; le 30 pedine i giorni del mese. Anche i due dadi possono rappresentare il giorno e la notte e la somma dei punti ai lati opposti di un dado può far riferimento ai giorni della settimana ma probabilmente anche ai pianeti fino ad allora conosciuti.
La compresenza di elementi cromatici discordanti (le punte della tavola, le pedine stesse) riporta sicuramente alla visione dualistica del mondo nella antica cultura orientale caratterizzabile dal conflitto tra il bene e il male, la vita e la morte, l’inizio e la fine. Il backgammon, nella sua capacità di miscelare componenti di abilità e fortuna, simboleggia perciò una certa visione dell'esistenza umana. L'esito di una partita non può essere pianificato a priori così come il successo nella vita: la sorte è importante quanto l'ingegno personale”.
http://www.wuz.it/articolo/2226/giochi-storia.htmlE allora, come non pensare a Locke che fa vedere a Walt le due pedine, dicendo: "Ci sono due giocatori. Una parte è la luce, l'altra l'oscurità."
Nonché al sogno di Claire che vede Locke che le dice: “Lui era sotto la tua responsabilità, ma tu l’hai dato via. Ora tutti ne pagheranno il prezzo”. Poi solleva gli occhi e la guarda ma sono occhi particolari: uno è occhio bianco e uno è nero… (Un figlio).
Quindi si ritorna all’antico simbolismo del contrasto tra gli opposti, già presente negli scacchi.
Ma secondo me, nel Backgammon c’è anche il riconoscimento dell’imprevedibilità della partita per cui, a differenza degli scacchi in cui i due giocatori non si possono affidare alla fortuna o al caso, ma devono essere sempre presenti a se stessi e al gioco nonché consapevoli che ad ogni loro mossa ne seguirà obbligatoriamente un’altra, nel backgammon entra l’incognita del caso e delle condizioni fortunate o sfortunate che possono aiutare o sfavorire il giocatore.
E’ chiaro poi che la divisione del “
campo esterno” dal “
campo interno” mi ha fatto subito pensare all’isola e a tutto quello che ne sta fuori, mentre la frase “il gioco consisteva nell’introdurre le pedine all’interno della tavola
per farle tornare indietro alla casa e poi nuovamente fuori dalla tavola” e poi l’altra “le pedine mangiate sono costrette a rifare tutto il percorso” sono quelle che mi hanno colpito di più…
Potrebbero per caso simboleggiare il moto perpetuo dell’onda…“un’andata e ritorno”, o un viaggio circolare (più che nel passato o nel futuro) dove i losties devono fare
tabula rasa… e cioè rifare tutto da capo per tornare “alla casa” solo dopo che avranno rispettato il volere di Jacob/isola?
Forse è questo il motivo per cui il backgammon lo troviamo fin dal Pilot? Che i losties siano pedine nelle mani di qualcuno? Ben, Widmore, o sopra tutti Jacob?
A conferma di questo, potrebbe starci anche la “
teoria dell’eterno ritorno " di F. Nietzsche, che lui ha esposto in “Così parlò Zarathustra” e di cui ho parlato in un mio post:
“L'eterno ritorno dell'uguale, più spesso detto soltanto eterno ritorno, è uno dei capisaldi della filosofia di Friedrich Nietzsche: In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
Nietzsche sosteneva che essendo le "cose del mondo" di numero finito, e il tempo infinito, questo concetto è applicabile anche alla vita umana: ogni evento che possiamo vivere, l'abbiamo già vissuto infinite volte nel passato, e lo vivremo infinite volte nel futuro. “Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta
dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e piacere e ogni pensiero e sospiro e ogni piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno e tutte nella stessa sequenza e successione - e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso. L'eterna clessidra dell'esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello di polvere."
it.wikipedia.org/wiki/Eterno_ritorno
Bene, mi fermo qui, sperando che vi sia piaciuto e che qualcuno mi dia una mano a vederci altri collegamenti. O a vedercene meno…
Sono comunque certa che questo aspetto simbolico non può essere tralasciato ed è parte basilare della filosofia di LOST.
